Le Frazioni

Ultima modifica 21 maggio 2024

Il Comune di Marsciano si estende per circa 160 Kmq e comprende 18 frazioni

Badiola

Badiola si trova al confine del territorio di Marsciano. L'antica "Abbadiola di Valle Umberto" era una piccola badia di origini benedettine, come testimonia il portale della chiesa che risale al '500.

La Chiesa Parrocchiale viene menzionata nel 1407 in un diploma imperiale di Arrigo VII con il nome di San Benedetto di Pietra Valliola.

Castello delle Forme

Il paese sorge su una collina che domina la pianura del Tevere ed ha antiche origini: nel vocabolo Campo Filoncia fu rinvenuta una tomba etrusca.

Il castello, collocato in un punto di confluenza delle più importanti vie di comunicazione, era celebre per il transito dei mulattieri che si recavano a Roma. Dell'antico castello restano la torre e le mura della cinta medioevale del XIV secolo.

Il castello è posto in una posizione strategica, da cui si domina un ampio tratto della vallata destra del Tevere. Le sue possenti mura, ancora in gran parte conservate, testimoniano l'importanza della sua funzione di controllo sulla via che conduceva a Roma. Celebre era il transito dei mulattieri che quì confluivano e scendevano verso il piano per recarsi a Roma.

Nei pressi delle mura si può ancora osservare l'antica fonte fatta costruire dai magistrati di Perugia nel 1296. Essa svolge una funzione di ristoro per i numerosi passanti. Le origini del castello sono lontane, se è vero che la sua chiesa è citata nel diploma di Federico Barbarossa nel 1163. Nel 1312 il castello resistette ai soldati di Arrigo VII, ma venne conquistato più tardi dai fuoriusciti perugini guidati da Armanno Guidaletti. Il castello appartenne a Porta San Pietro, versando un regolare contributo a favore del capitano del contado. Nel 1540, durante la "guerra del sale" fu combattuta nei pressi del castello una sanguinosa battaglia tra i perugini ed i soldati pontifici. Il castello si mantenne fedele al Pontefice, che con un "Breve" del 1545 lo dispensò per sempre dal pagamento di tutte le imposte. Ma dopo quindici anni tutte le concessioni vennero revocate.

Castiglione della Valle

Su una bassa collina, proprio in mezzo alla valle del Nestore e a ridosso del torrente Caina, sorge il complesso del Castello di Monticelli. Costruito nel XII secolo con scopi difensivi, ha subito poi nel corso dei secoli numerose ristrutturazioni, legate anche ai mutamenti storico-politici contingenti, che ne hanno cambiato sia la funzione che l’aspetto, divenendo così una residenza gentilizia.

La sensazione di trovarsi in un luogo suggestivo è inoltre accentuata dalle leggende che con il tempo sono nate secondo le quali San Costanzo, il vescovo e patrono della città di Perugia, si sarebbe rifugiato in una grotta del castello per sfuggire alle persecuzioni. Poco più in basso rispetto al castello, una piccolissima chiesa custode di grandi tesori s’impone alla nostra attenzione: è la Chiesa di San Paolo e Sant’Ubaldo del XII secolo dove sono presenti gli affreschi di Meo da Siena. Grazie al coinvolgimento e alla cooperazione di diversi soggetti pubblici e privati, la chiesa, gli affreschi, la tela e il celetto sono stati di recente oggetto di uno splendido restauro, che  permette ora di comprendere la chiesina e il suo apparato decorativo, tra le maggiori bellezze del nostro patrimonio storico, artistico e culturale.

A poca distanza da Monticelli, dopo aver superato il torrente Caina, in una posizione per certi versi simile a quella del borgo appena lasciato, sopra una collinetta che controlla la valle del Nestore e del Caina, si erge l’operosa frazione di Castiglione della Valle. I resti del passato sono molteplici, come testimoniano in primis l’impianto circolare del castello, con le sue torri, le sue vecchie mura e la torre campanaria, o gli importanti affreschi gelosamente custoditi dentro la chiesa del XV secolo di Santa Maria del Fosso, appena fuori le mura: un “Cristo crocifisso con la Vergine e la Maddalena”,  dipinto a cavallo tra ‘400 e ‘500 da un ignoto pittore locale legato ai modi di Tiberio d’Assisi e posto dietro l’altare maggiore, e una Madonna dei Miracoli del 1531 proveniente dalla scuola di Benedetto Bonfigli situata sulla parete sinistra della chiesa; oppure ancora un Redentore in Croce del ‘500 e un ex-voto del 1554, entrambi di ignoti, ospitati nella quattrocentesca cappella del Crocifisso, nelle immediate vicinanze del paese. Dalla piazza principale di Castiglione della Valle, ci si affaccia sulla valle del Nestore e un senso di pace e prosperità si impossessa lentamente di noi; qui, sulla piazza, si erge la Chiesa di San Giovanni Battista, ricostruita sulla precedente nel 1892 ad opera dell’Arch. Nazareno Biscarini, che ha adoperato per la facciata un falso antico, con un bel portone di legno e un arco a tutto sesto.

Cerqueto

Cerqueto, il cui toponimo rinvia ad un luogo pieno di querce (cerque in vernacolo) è un luogo carico di storia, che ha dato i natali a numerosi personaggi illustri come Monsignor Giulio Cicioni (1844-1923), fondatore del Museo di storia naturale arcivescovile o il Beato Giacomo da Cerqueto (m. 1366) che riscosse culto pubblico confermato da Leone XIII; o ancora padre Mariangelo da Cerqueto famoso in tutto il mondo come Frate Indovino. Ma il campo in cui Cerqueto è veramente grande è senza dubbio l’arte.

La presenza di un’edicola affrescata, gli affreschi di Tiberio d’Assisi custoditi nella chiesa parrocchiale e il San Sebastiano, prima opera datata del Perugino, fanno del piccolo paese un museo a cielo aperto. L’Edicola di Santa Lucia, posta al limitare del borgo antico, in via Pietro Vannucci, raffigura Santa Lucia, San Rocco e la Madonna col Bambino; l’affresco, che fu erroneamente attribuito in passato a Tiberio d’Assisi, sembra ora essere stato compiuto da un allievo del Perugino.

Uno storico dell’arte assisiate, il Prof. Elvio Lunghi, attraverso profondi studi afferma che l’Edicola sia opera del giovane Raffaello, nel periodo in cui questi lavorò alla bottega del Perugino. Per visitare le altre opere d’arte sopra menzionate bisogna addentrarci nel borgo. La struttura del nucleo originario, risalente al XII secolo, è rimasta pressoché intatta con il suo impianto circolare e le abitazioni in laterizio con archi antichi. In piazza Beato Giacomo si erge la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, esistente già nel 1163. La chiesa, dentro alla quale riposa il beato Giacomo le cui spoglie furono traslate qui nel 1956, è la fedele e gelosa custode delle magnifiche opere d’arte di cui si è sopra accennato: il San Sebastiano del Perugino e la Crocifissione di Tiberio d’Assisi.

Compignano

L’antico borgo medievale di Compignano ha mantenuto intatta la sua vecchia struttura; dalla porta di accesso che si apre su piazza della Vittoria si accede al piccolo borgo. Sopra la porta si erge una torre in pietra che, costruita nel XIII secolo e ricostruita nella prima metà del XVI, è l'unica che resta delle altre cinque torri che caratterizzavano il castello di Compignano. Sui resti di una di queste torri, nei pressi della porta di accesso, è stato costruito nel 1925 il campanile del paese.

Addentrandoci per il borgo tramite la via che sale dalla porta di accesso si giunge innanzi ad una splendida opera architettonica, simbolo della storia del paese: il palazzo nobiliare del '600, appartenuto in passato alla nobile famiglia dei Monaldi e oggi residenza dei Corneli. Di fronte a Palazzo Monaldi-Corneli è situata la Chiesa Parrocchiale di San Cristoforo costruita nel 1266, non distante si erge la Chiesa della Madonna del Crocifisso, una piccola chiesa a mattoni in cotto costruita alla fine del XVI secolo e restaurata nel 1966, molto importante perché all'interno  custodisce degli affreschi compiuti dall’importante pittore perugino Gerardo Dottori tra il 1921 e il 1922.

Contiguo alla chiesa vi è un cortile e un edificio costruiti entrambi nello stesso periodo della chiesa. Il cortile, al quale vi si accede tramite un portone ligneo posto a fianco della chiesa, nasconde al suo interno un pozzo della fine del XVI secolo oggi chiuso. A Compignano  è anche presente un’antenna museale del Museo dinamico del Laterizio e delle Terrecotte; una realtà espositiva di piccole dimensioni che ospita al suo interno un laboratorio dove riscoprire la manualità e la gestualità, in una parola, l'arte della lavorazione delle terrecotte. Non lontano dal paese, una vecchia fornace restaurata testimonia l’importanza che sin dal passato ha assunto la produzione di mattoni.

Mercatello

Mercatello, luogo di passaggio lungo l’antica Via Orvietana un tempo destinato al mercato, come si deduce, dalla struttura del paese e dal suo nome, fu in passato sotto la proprietà della nobile famiglia dei Vibi, il cui stemma campeggia scolpito sui capitelli in pietra delle colonnine rinascimentali della Casa Hospitium  di Baglione da Monte Vibiano, l’antico albergo o loggiato dei Vibi, luogo di accoglienza per i viaggiatori, in particolare pellegrini, che qui transitavano.

Lungo la via che conduce a Cibottola si erge un grandioso palazzo in pietra costruito da Vincenzo Sereni nel 1807, che conta quattro piani lungo la strada e cinque nella parte del cortile per un totale di 56 stanze. Arricchisce il borgo  la Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo, un edificio costruito nel 1934 accanto alla più antica che risale al XIII secolo e che attualmente è adibita a residenza.

La chiesa, che fu costruita su progetto dell’architetto Ugo Tarchi, è interamente in pietra con un portico all’ingresso e un magnifico portone ligneo; all’interno si può ammirare un pregevole affresco del XVI secolo del pittore Michelangelo di Matteo, la Madonna della Misericordia, un dipinto che raffigura la Madonna della Misericordia, con  due angeli alle spalle, che apre il mantello e accoglie la moltitudine di fedeli che pregano dinanzi a lei e una pala d’altare del 1934 della pittrice Baldracchini, commissionata dagli abitanti di Mercatello per abbellire la chiesa appena costruita. Poco lontano dal paese si erge un antico mulino con tre macine, due a grano e una a cereali, in funzione fino al 1945  e oggi oggetto di un progetto di ristrutturazione da parte dell’Amministrazione Comunale che ne ha acquisito il comodato di uso gratuito ventennale, da parte della proprietà.

Migliano

Migliano è uno tra i borghi più caratteristici del Comune di Marsciano.
Il Castello di Migliano spicca per la sua imponenza e per la sua posizione, segnando in passato, come oggi, i confini amministrativi del perugino. Dell'antica fortezza medioevale, restano il palazzo signorile, oggi proprietà privata, parte delle mura e tre torri, di cui una recentemente restaurata. Dal castello è possibile ammirare la Valle del Fersinone, una valle stretta, profonda e caratterizzata da ripidi versanti. La fitta vegetazione nasconde alla vista il torrente, che si presenta in tutta la sua bellezza solo quando lo si costeggia. Il Fersinone accoglie i visitatori con giochi d'acqua, pietre levigate e strette anse naturali dove vivono molte varietà di pesci tra le quali la trota fario. L'area colpisce anche per la particolare fauna: molte specie di uccelli, i cinghiali, gli istrici e i tassi popolani la zona. La valle del Fersinone è anche ricca di bellezze naturali inaspettate come la Buca del Diavolo, una splendida grotta dove sono stati ritrovati importanti tracce di civiltà preistoriche; Ripafalcaia una parete a strapiombo sul torrente di circa 100 metri di dislivello e i mulini di Rotaprona, ormai in rovina, e dell'Ospedale che per lungo tempo hanno fornito farina agli abitanti della zona. Questi tre luoghi sono collegati tra loro e al castello di Migliano da un stretto sentiero detto delle Settevalli, in quanto attraversa sette vallecole incise da altrettanti ripidi fossi.

Particolari proprietà terapeutiche hanno le acque delle sorgenti una situata a ridosso dell'alveo del fiumiciattolo e l'altra posta a valle del borgo di Baccano. Ricche di ferro e magnesio sono state utilizzate anche da insigni personaggi, come Papa Leone 13, visitatore e amante della zona già dal 1895. La valle si è contraddistinta in passato per un'intensa attività produttiva: le carbonaie disseminate nella zona producevano materiale per diversi usi mentre i calcinai fornivano calce utilizzata insieme alle pietre ricavate dall'alveo del torrente per costruire abitazioni. Da alcuni documenti ritrovati presso l'archivio storico di San Venanzo è emersa l'importanza di questi luoghi di lavoro: il calcinaio presente nell'immediato fondovalle di Migliano infatti venne utilizzato ai primi del 1900 per la realizzazione del primo ponte che collegava Migliano a San Vito.

Monte Vibiano

Il castello di Monte Vibiano Nuovo, è un altro piccolo gioiello che rende interessante quest’area. Fu costruito nel 1394 per ordine dei magistrati perugini dopo la distruzione di Monte Vibiano Vecchio. È caratterizzato dalla presenza al suo interno di Palazzo della Penna, un’imponente struttura del XIV secolo già appartenuta ai Vibi, con una torre circolare ed elementi architettonici in laterizio di stile Quattrocentesco; praticamente annessa alla residenza c’è una piccola cappella gentilizia del XVI secolo intitolata a Sant’Andrea. Monte Vibiano Vecchio è un complesso di edifici, tra cui Palazzo Fasola Bologna, della metà del XIII secolo ai quali si accede da una sola porta d’ingresso con arco in pietra a tutto sesto, fatto costruire dai Vibi che lo vollero come caposaldo militare. Dopo essere passato ai Rossi-Leoni di Perugia, che lo tennero fino al 1794, e ai conti Cesarei di Perugia, che ne furono i padroni fino al 1892, ne divennero proprietari i Sereni. L’attuale aspetto del Castello porta la firma dell’architetto Ugo Tarchi e la supervisione di Antonio Sereni, allora proprietario, che tra il 1915 e il 1940 attesero sia alla realizzazione dell’opera di restauro; sia del giardino, organizzato a labirinto con siepi da basso e una piscina.

Morcella

E' un piccolo centro medievale ancora intatto, dalle vie solitarie e silenziose caratterizzate da archi in laterizio ed archi gotici incorporati nelle strutture recenti.
Ai piedi del paese c'è un edificio quadrangolare, con una grande torre: è il Mulino Quattrocentesco della Morcella.

Prima di arrivare, scendendo da Migliano, si incontra la suggestiva chiesetta di S.Croce del 1300. Si ipotizza che Morcella abbia preso il suo nome dalla Dea Murcia.
Morcella si trova, ad ovest di Marsciano, lungo il corso del Nestore.
Ludovico il Bavaro per compensare i Conti di Marsciano della fedeltà da essi mostratogli e degli aiuti forniti durante la guerra contro Arrigo VII, donò loro il castello di Morcella nel 1328.
Nel 1310, duecento soldati guidati da un certo Libriotto di Portasole assalirono Morcella, ma furono respinti dal soldati difensori; lo stesso capitano fu fatto prigioniero insieme ad altri soldati. Negli anni successivi risulta che Morcella fosse stata dispensata più volte dal Consiglio Generale di Perugia dal pagar i dazi. Ciò al fine di ripararsi le mura, o riparare il ponte sul Nestore.
Il castello faceva parte del contado di Porta San Pietro. Ciò risulta dalla tassa che esso doveva per il mantenimento del capitano del contado. Le cronache del tempo ci riferiscono altre sciagure patite dagli abitanti del Castello, come quella apportata da Baldassare della Staffa nel1534, allorchè con trecento soldati mise a ferro e fuoco il Castello.
Un altro episodio risale al 1643: l'esercito fiorentino guidato da Mattia del Medici, accampato presso San Biagio della Valle, giunse fino a Morcella per fare rifornimento.
Gli abitanti aprirono le porte dietro la promessa di avere salva la vita, invece furono saccheggiati e fatti prigionieri.
Per riscatto, Mattia dei Medici, chiese al cittadini di Morcella, buona parte del loro denaro.
A scambio avvenuto i prigionieri furono liberati.

La pianta attuale del paese rimasta intatta, le vie ampie, gli archi incastonati nelle abitazioni, mostrano che la vita del Castello fosse un tempo molto viva e ricca.

Olmeto


E' un fertile centro agricolo, che si affaccia sulla valle del Genna e sulle colline che segnano il confine con il territorio di Orvieto.
Al centro del paese troviamo la chiesetta di S.Maria delle Grazie, con il dipinto della "Madonna della Misericordia" (1525) e, accanto, un antico pozzo medievale.

Papiano


Con la sua caratteristica torre campanaria appare sulla cima della collina.
E' un paese operoso e ricco di storia: l'antico borgo fortificato è del 1277 e della chiesa di S.Silvestro si ha notizia dal 1027.

In occasione della festa di S.Giuseppe (19 marzo) è tornata a rivivere l'antica tradizione del lancio di mongolfiere dalla piazza del paese

Pieve Caina


E' un piccolo borgo isolato, vicino alla confluenza fra il torrente Caina e il Nestore, che si riconosce a distanza dalle torri e da grandi edifici: abitazioni d'epoca destinate a famiglie facoltose e all'ordine religioso degli Agostiniani.

Nella Chiesa parrocchiale si conserva il dipinto della "Madonna della Misericordia" (1528). Si trova alle falde del Monte Pugliano e prende nome dal torrente sulle cui rive sorge. La parola "Pieve" richiama piccole comunità cristiane.

Fino al 1428 Pieve Caina veniva considerata fra le ville del rione di Porta Susanna; dopo, con l'istituzione dei Capitani del contado, viene compresa fra i castelli, facendo parte però del rione di Porta Eburnea. A chi l'osserva da lontano, il paese si mostra con le sue torri e grandi edifici. La torre, ormai quasi cadente, è ciò che rimane del castello, che un tempo fu assai ricco e frequentato dalla nobiltà perugina, che possedeva anche i terreni circostanti.

Gli abitanti del borgo hanno dovuto a lungo provvedere alla regolazione dei corsi d'acqua, come è anche dimostrato con l'intervento fatto dai Priori di Perugia nel 1515 con un contributo di novanta fiorini, per il rifacimento del ponte sulla Caina.

San Biagio della Valle

Solo una torre circolare resta a testimonianza dell'antico castello e la torre campanaria della vecchia chiesa di stile romanico, abbattuta nel 1952, il cui portale è incastonato nel chiostro del monastero benedettino di S.Pietro, a Perugia.

A nord ovest il paese è delimitato da un bosco che si estende fino a Castel del Piano: il "Bosco della caccia", celebre per la caccia ai palombacci, dove ancora si conserva il complesso destinato alla caccia, considerato tra i più interessanti esistenti in Umbria.

Andando da S. Biagio verso Castiglione, si incontra il piccolo colle di Monticelli, dove sorge la chiesetta di S.Paolo, con archi in cotto e, all'interno, dipinti attribuiti a Meo da Siena.

Sant'Elena


Situata fra S.Valentino e Cerqueto, conserva ancora una grande torre con l'arco di accesso al vecchio borgo fortificato, nel quale troviamo archi gotici ed edifici in laterizio.

S. Elena in passato veniva chiamata S. Ellera. La prima citazione di questo paese risale al 1280. Essa riguardava alcuni beni concessi dal comune di Perugia al monaci silvestrini che abitavano a Marsciano, ma avevano lì cospicue proprietà. Tale località apparteneva al contado di porta San Pietro, come è dimostrato dal documento dove si legge che S. Elena contribuiva con 10 fiorini al mantenimento del podestà.

Nel 1312 il territorio di S. Elena fu saccheggiato e incendiato dall'esercito dell'imperatore germanico Enrico VII. Nel 1492, gli uomini che abitavano nel castello ed altri che avevano beni a S. Elena, decisero di far costruire un pozzo, per non costringere gli abitanti ad andare a prendere l'acqua in altri luoghi. Nel 1532 furono restaurate le mura, le quali crollarono poi nel 1639.

La famiglia Sansoni, fin dal secolo XV, ha posseduto varie ricchezze a S. Elena. La dimora appartenuta alla famiglia, conserva ancora oggi testimonianze di un illustre passato. Lo stemma dei Sansoni era formato da un leone rampante, sormontato da una fascia con tre mezze lune.

San Valentino della Collina


Il paese è situato lungo la strada provinciale che conduce a Perugia. La sua prima piazza è stata inaugurata nel giugno 1998 e intitolata "Piazza dell'Arcobaleno" per ricordare i valori dell'amicizia e della solidarietà.

Qui è possibile ammirare (ed acquistare) i tessuti umbri, realizzati ancora al telaio su antichi disegni della tradizione umbra.

Sant' Apollinare


Il castello di Sant’ Apollinare, posto non lontano da Spina, è un raffinato edificio bizantino risalente all’XI secolo che porta il nome dell’Arcivescovo ravennate Apollinare.

Dalla torre quattrocentesca si entra nel piccolo borgo che fu per 400 anni dimora dei Marchesi Graziani di Perugia. Un romantico chiostro, con al centro un pozzo medievale in pietra calcarea, ci accoglie invitandoci a proseguire per il borgo che, costituito da un’unica via, conserva ancora intatta quella struttura di castello feudale che gli fu data alla fine del Duecento. Poco distante dal castello, e separata da esso da un avvallamento, la rocca benedettina si mostra in tutto il suo splendore.

Si tratta di un complesso composto da una chiesa romanica a navata unica, un convento a due piani in pietra e mattoni, una casa e magazzini, molino e essiccatoio per il tabacco. La rocca ci invia sue notizie fin dal 1030 quando fu donata all’Abbazia di Farfa nella Sabina, per ritornare di nuovo in enfiteusi al monastero benedettino di San Pietro di Perugia.

Attualmente il complesso della rocca benedettina è di proprietà della facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Perugia. Una palazzetta del XVIII secolo edificata per volontà dei benedettini e la chiesa parrocchiale di sant’Apollinare costruita nel 1510 e posta proprio di fronte alla porta di ingresso al castello, completano il quadro storico - artistico di questo magnifico borgo.

Spina


Il castello di Spina si trova sulle vie di collegamento fra le strade della Collina e quella di Settevalli. L'imponenza del torrione del lato di nord-est ci ricorda l'importanza e la vivacità economica di questo castello, appartenente fin dal tredicesimo secolo al rione di Porta Eburnea.

La sua floridità ci è testimoniata anche dall'entità delle contribuzioni imposte dai magistrati del Comune di Perugia, ricambiati con importanti opere, come le costruzioni delle strade che la collegano alla via di Settevalli.
Enrico VII nella sua discesa in Italia, come è già stato citato per gli altri castelli, l'ha distrutto completamente. Anche Braccio Fortebraccio sperimenta la solidità di tale castello, che resistette ai suoi primi assedi, per poi cedere definitivamente, subendo un terribile saccheggio.
Nel 1439 il magistrato di Perugia stanziò una rilevante somma per il rifacimento della cinta muraria. Nel 1643 nel paese si accamparono le truppe del Duca di Toscana, guidate dal generale del Morra, dopo che avevano sconfitto le truppe pontificie nella famosa guerra del sale.

Nel secolo XIX gli abitanti si dettero una gestione autonoma e costituirono nel 1879 una "Società Operaia di Mutuo Soccorso". Inizia in quel periodo la costruzione di nuove abitazioni al di fuori delle cinta muraria del castello, con una progressiva espansione continuata fino ai giorni nostri, raggiungendo attualmente circa 900 abitanti.

Il Castello di Spina mantiene intatte, al suo interno, le caratteristiche tipiche delle strutture medievali e oggi ospita una delle antenne del Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte di Marsciano.

Villanova

Conserva parti delle mura castellane e un singolare fabbricato del '400 con archi in laterizio a sesto acuto.
E' un centro agricolo, situato sulla strada che collega la statale per Perugia con la via Settevalli, dove operano anche laboratori artigianali di sartoria, di lavorazione della pelle e di maglieria di qualità.

Mappa Territorio
21-05-2024

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